Final Eight Live
#50 – Basket, cultura, lifestyle: qui trovi la mia esperienza a Torino per la Coppa Italia e il consueto Shootaround
Ciao, All-Star Game NBA con Stati Uniti vs Resto del Mondo subito! Nel frattempo, meglio la Coppa Italia.
Io sono Francesco Mecucci e questo è il numero 50 di Galis, la newsletter di Never Ending Season, il progetto di comunicazione con cui ti racconto il basket come cultura e stile di vita.
Nella scorsa uscita - nel caso l'avessi persa, la ritrovi qui - ho parlato del successo musicale di LiAngelo Ball e della docuserie Livorno a due, più lo Shootaround, la rubrica in cui seleziono per te contenuti meritevoli a tema pallacanestro.
Oggi il tema è proprio la Coppa Italia, conclusa il 16 febbraio. Sono stato cinque giorni a Torino per seguire, con accredito media, il grande evento alla Inalpi Arena.
Un'esperienza che volevo realizzare da tempo e di cui ti riporto un po' di appunti e impressioni su quanto ho visto. Ringrazio l'area comunicazione di LBA per questa bellissima opportunità. E complimenti per l'organizzazione.
La festa del basket
Dopo l'assaggio, un anno fa, della Final Four di Coppa Italia LNP (Serie A2 e B), a cui avevo dedicato Galis #39, partecipare alla manifestazione del "piano superiore" è stato un upgrade speciale. Ho potuto osservare da vicino l’organizzazione e la complessità di un evento che è una vera e propria festa della pallacanestro italiana, in grado di attirare decine di migliaia di persone e riunire tanti addetti ai lavori e personaggi del mondo del basket.
Come mio solito, non mi sono risparmiato e ho cercato di assorbire più input possibili. Avrò percorso qualche chilometro, passando in continuazione dalla tribuna stampa alla mixed zone, dal foyer alla sala stampa, e cercando di prendere nota, mentalmente e fisicamente, di tutto quel che potesse tornarmi utile. Come sai, io vado oltre le partite, che comunque sono state dieci in cinque giorni con i top club di Serie A. La mission di Never Ending Season è valorizzare la pallacanestro come cultura e stile di vita, evidenziando le tante connessioni tra questo sport e la vita che ci circonda.
Poter rappresentare il mio progetto in un contesto così importante non è affatto scontato. Significa che, a svariati anni dal lancio, ciò che faccio comincia a guadagnare una certa credibilità. Ed è stato anche grazie a te e a tutti quelli che mi seguono qui, sul blog e sui canali social, se ho avuto l’occasione di essere presente a Torino e se ora sono nelle condizioni di offrirti un servizio migliore, descrivendoti in presa diretta il vero e proprio happening della nostra palla a spicchi quale è la Final Eight, tra aspetto agonistico e iniziative collaterali.
Spesso il basket è considerato sport di nicchia, perché in effetti non tutti se ne intendono davvero. In realtà, a mio avviso, non è esatto. Per me è una "nicchia grande", attorno a cui ruotano molti addetti, sponsor, interessi, persino intere città dove è questo il primo sport, mica il calcio. Resta una delle discipline di squadra più seguite in Italia. Forse sta soffrendo un po' la concorrenza di pallavolo e tennis, ma più che altro per via dei successi delle nazionali e di campioni come Sinner. Insomma, il basket ha “giro” e non credo che questa cosa cambierà.
Arena fisica e digitale
La Inalpi Arena, odierno nome commerciale del Palasport Olimpico di Torino, è maestosa. Se vuoi conoscere storia e caratteristiche dell’impianto di Arata Isozaki costruito per i Giochi invernali 2006, ho scritto questa guida. Vista da dentro, ti aggiungo solo che è enorme sul serio. Te ne rendi conto dalle scalinate per salire dal campo agli spalti più lontani e, giunto in ultima fila, da quanto sembrino minuscoli i giocatori. I seggiolini trasparenti la rendono leggera ed elegante, esaltando le sue semplici linee architettoniche, in armonia con il carattere discreto della città.
Parlando di spettatori, i dati ufficiali di LBA indicano 46.420 presenze complessive, più delle 45.631 dello scorso anno. Era praticamente piena per la semifinale Milano-Brescia e per la finale Milano-Trento, persa nettamente dall’Olimpia. Per il presidente LBA Umberto Gandini, la Inalpi Arena è «il palazzo d'Italia più funzionale per quanto riguarda grandi manifestazioni sportive, come dimostrano le ATP Finals di tennis».
Il successo di pubblico è innegabile, considerando alcuni fattori che avrebbero potuto condizionare l’affluenza: la grandezza stessa del palasport; il fatto che Torino è campo neutro e non è una piazza di basket di primo livello, nonostante la passione non manchi; che come centralità il capoluogo piemontese non è Milano, Bologna o Roma; che la manifestazione si svolge per oltre metà in giorni feriali; aggiungiamo pure la concomitanza con la settimana di Sanremo (non lo chiamano il "Super Bowl italiano" per moda…) e con Juventus-Inter la domenica della finale.
L’arena fisica, al giorno d’oggi, è imprescindibilmente ampliata da quella digitale. Sempre i dati LBA sottolineano la produzione di 939 contenuti sui social ufficiali della lega, capaci di generare quasi 25 milioni di visualizzazioni (+12% rispetto al 2024) e 900.000 interazioni (+30,8%), a cui si sommano le 1.200.000 visualizzazioni di sito web e app. Le collaborazioni con 6 community di riferimento (169 contenuti), 66 ospiti e creator (661 contenuti) e con sponsor e partner (414 contenuti brandizzati) hanno infine allargato la platea con ulteriori 50 milioni di visualizzazioni. Siamo sugli 80 milioni complessivi.
Cosa non mi è piaciuto
La Final Eight è un gran bell'appuntamento, non ci piove. Detto questo, sia chiaro: da giornalista, credo sia giusto riferirti anche gli aspetti che mi sono piaciuti di meno, perché non sto facendo l’addetto stampa. Allora:
Musica e microfoni degli speaker a volume troppo, troppo alto, in arena e nel foyer: spesso hanno reso difficile tenere la concentrazione e parlare con gli altri.
Chioschi di livello "stadio": cibo non certo gourmet e prezzi altini. Inoltre, zero appoggi: non era raro vedere gente che azzannava un panino in un angolo, o nel bel mezzo del foyer.
Finale femminile da spostare: la domenica alle 12:30 non ci va nessuno, non c'è atmosfera.
Tutto qui. Ora torniamo ai (molti) lati positivi.
Parola d’ordine: attivazione
Attivazione, oggi, è una parola a metà tra termine tecnico e buzzword. L'ha resa ricorrente lo sviluppo dell'experiential marketing, cioè il genere di marketing che punta a «creare esperienze uniche ed immersive», citando l'esperta Sara Barbi, autrice della newsletter Buzzletter (se la tematica ti attira, te la consiglio) e a «far immergere le persone, stimolando i cinque sensi, all’interno del mondo del brand, del suo ambiente, del suo heritage, dei suoi valori e della sua cultura».
In breve, l'attivazione è quando un brand organizza un'attività per il pubblico, creando un'esperienza autentica, coinvolgente e personalizzata che incoraggi a interagire con i suoi prodotti o servizi: si va dalla semplice distribuzione di gadget, materiale informativo e questionari di profilazione a meet&greet con ospiti, giochi interattivi, photo booth, incontri a tema, intrattenimento musicale ecc.
Alla Final Eight le attivazioni erano ovunque, nel foyer come in arena. Il primo ha ospitato la fan zone con campo da basket (LBA Court Experience), dove si sono susseguiti giochi abbinati agli sponsor - gara del tiro da tre (Dole), gara dei tiri liberi (IBSA), circularity game (A2A), spin challenge (FIAT) - clinic sui fondamentali con l’ex azzurro Davide Lamma, la gara delle schiacciate con i Da Move e incursioni dei vari Tommy Marino, Linton Johnson, Valentina Vignali, Jiggy Nubel e molti altri influencer. FIAT è stata automotive partner della Final Eight, con due modelli di Grande Panda esposti e la messa a disposizione di nuove 600 ibride ed elettriche per lo staff.
Mentre nella galleria superiore, per la corporate hospitality, era allestita la Terrazza Gusto Piemonte con le eccellenze regionali, negli stand trovavano posto Derthona Basket, Vanoli Cremona, Erreà (sponsor tecnico ufficiale LBA, guarda qui la capsule collection dedicata), l'area eBasket, P!ckers (con i canestrini da luna park), lo stand condiviso di Camera di Commercio di Torino, Regione Piemonte e Turismo Torino, dove era possibile farsi scattare una foto Instax con i trofei della Coppa Italia (ammetto di aver ceduto…) e con la mascotte Toret e infine quello di Ministero dello Sport e Sport e Salute, dove tra l’altro Giacomo "Gek" Galanda ha tenuto incontri formativi con i più giovani.
L'intrattenimento in arena è stato praticamente dominato dalla kiss cam di Mikado: come in NBA, la coppia inquadrata sul cubo era invitata a baciarsi mangiando uno degli irresistibili bastoncini ricoperti di cioccolato! A proposito, Mikado ovunque: abbiamo rischiato l’indigestione… Onnipresente anche la mascotte Tiger Jump (“TJ”), affiancata in finale da Bugs Bunny e Titti, personaggi Warner Bros. poiché l’evento è stato trasmesso da Discovery+, Eurosport e DMAX.
E poi la dance cam di IBSA e tutti a ballare, gli show di danza acrobatica, i quiz sulle tipicità torinesi con la Camera di Commercio, lo sparo delle t-shirt di A2A, il saluto prepartita di Gianluca Gazzoli di Radio Deejay e BSMT (che si trovava a San Francisco per l'All-Star Game NBA), il dj set di Pale DJ con cubista nell'intervallo lungo, lo scambio maglie tra cestisti, cestiste, calciatori e calciatrici in collaborazione con Juventus e Torino. Domenica c’era invece Alessandro Buongiorno, ex granata ora al Napoli.
Sicuramente mi sono dimenticato altri ospiti, partner e attivazioni, e me ne scuso, ma il programma era davvero articolato.
La coppa delle curve
Alla Inalpi Arena c’erano tutte le tifoserie organizzate delle dodici squadre presenti a Torino. Ecco la mia classifica di gradimento.
Trapani: i più emozionanti in assoluto, meritavano di più. Peccato l’assurda eliminazione del team siciliano.
Brescia: intensi e compatti, se la giocano con Trapani come miglior tifo.
Milano: numerosi e coreografici, qualche bel coro (simpatico "E la vita l'è bela" di Cochi & Renato). Forse, però, da una metropoli di Eurolega ci si aspetta di più.
Trento: semplici, giovanili, discreti e vincenti, come la loro squadra.
Reggio Emilia: ben presenti e comunque incessanti nell’unica apparizione.
Trieste: classica curva di mentalità ultras. Spariscono di fronte a Trapani, un po’ meglio contro Trento.
Tortona: volenterosi ma pochini, la piazza è piccola.
Virtus Bologna: non pervenuta in campo, ultima nel tifo. Ma dov'era?
E così nel femminile:
Campobasso: tifo genuino e caloroso di provincia, tra i “capi ultras” svariati cinquantenni e più.
Schio: "olandesi", una macchia arancione. Pochi cori, tuttavia.
Tortona: non male, ma a rischio equivoci per i non esperti, perché tifano con i colori biancorossi di Castelnuovo Scrivia, che gioca con nome e divise Derthona.
Venezia: quattro gatti, seppur rumorosi. Certo che i tifosi della Reyer maschile potevano andare a dar loro una mano.
Chi diavolo è Marigona Gona?
L'annuncio sui canali ufficiali LBA arriva nel primo giorno di Final Eight: la madrina della Coppa Italia 2025 è Marigona Gona. Una donna pressoché sconosciuta al grande pubblico, nonostante negli ultimi tempi sia diventata piuttosto popolare sui social.
Gona non è un personaggio legato al basket e deve la sua "viralità" a un'inquadratura televisiva durante Olympiacos-ASVEL di Eurolega lo scorso novembre, che ha esaltato l'avvenenza di questa ragazza la cui espressione seria e ammaliante, le labbra carnose e il caschetto bruno la rendono un po' femme fatale di un film d'azione.
Lei è una modella e influencer di origine kosovara, cresciuta in Germania e attualmente residente ad Atene. Ha quasi 230.000 follower su Instagram, di cui parecchi italiani. Sulla scena di Torino è comparsa al termine della finale, portando il trofeo per la premiazione, annunciata da Giusy Meloni di DAZN. Nei giorni precedenti, Marigona è stata protagonista di uno speciale shooting fotografico con la Coppa Italia alla Inalpi Arena e alla Reggia di Venaria.
Presenti a Torino anche molti altri volti femminili del basket come la greca Dora Panteli, la turca Deniz Aksoy, la spagnola Ana Quiles Boix e le italiane Valentina Vignali, Alice Sabatini, Camilla Vescovi, Alma Pellegrini.
Le epifanie di Sanremo
Controindicazioni dell'essere a Torino per la Final Eight e ogni sera al palazzo? Saltare tutto Sanremo! Se è una cosa positiva o negativa, giudica tu.
Però l'influenza del Festival, in qualche modo, doveva farsi sentire anche nell'ambiente basket e ci sono state almeno tre significative apparizioni:
Walter De Raffaele è stato pizzicato da La Giornata Tipo all'Ariston la sera dopo l'eliminazione del suo Derthona!
Cuoricini dei Coma_Cose, tormentone immediato, ha sostituito a evento in corso l'inflazionatissima Sesso e samba durante la kiss cam.
Il video messaggio di Olly che, pur ammettendo di essere scarso a basket, augura buona fortuna alle squadre. Ed è stato ben ricambiato dal destino…
Altri flash da Torino
Ecco altri appunti sparsi dalla Final Eight:
Da non credere: il TG1 ha fatto un servizio sulla vittoria di Trento prima di quello su Juventus-Inter! Guardalo qui!
L'Allianz Stadium, quello della Juve, ha ospitato la terza edizione della LBA B2B Experience powered by Fiat, l'evento business con 250 persone, 100 aziende e tutti i 16 club di Serie A.
Letizia Bimbo, a Torino per L'Ultimo Uomo, ha scritto interessanti riflessioni sulla Final Four di Coppa Italia femminile, sottolineando la netta subordinazione dell'evento "rosa" rispetto al resto: qui il suo resoconto.
Le 118 triple segnate in Coppa Italia sono valse 11.800 euro (100 euro ciascuna) a favore dell’Istituto di Candiolo-IRCCS per la cura e la ricerca sul cancro, a cui si aggiungono i 18.000 euro raccolti nell'Opening Night alla Rinascente di Torino.
Pochissime e trascurabili le divise speciali delle squadre in questa Final Eight: Schio, che è arancione, ha riproposto in finale il fucsia del 2024, mentre in semifinale vestiva blu; Reggio Emilia ha replicato la divisa rosa con gradiente blu della campagna contro il bullismo; Brescia in un semplice grigio.
Piero e la Mole
Nei giorni della Final Eight, tra hotel e palasport, non ho avuto molto tempo per fare il turista. Il paio d'ore che mi sono ritagliato al centro di Torino è valso la scoperta del murale dedicato a Piero Angela, presso la sede Rai di Via Giuseppe Verdi, praticamente sotto la Mole Antonelliana (peraltro illuminata a tema Final Eight).
Torinese, scomparso nel 2022 a novantatré anni, il noto divulgatore scientifico e giornalista è stato omaggiato dalla sua città natale e dalla tv di Stato, a cui per decenni ha legato il proprio nome, con una splendida opera d'arte urbana realizzata da Francesco Persichella, in arte Piskv, dal titolo Sapere aude, "Osa conoscere!".
E pure qui c'è un bel collegamento con il basket, dal momento che Piskv ha realizzato tre opere a tema cestistico a Roma: il ritratto di Kobe Bryant al centro sportivo Tellene, il murale in ricordo di Valerio D'Angelo al quartiere Nomentano e il playground di San Lorenzo.
Da Torino è tutto.
Shootaround – Consigli di lettura, ascolto, visione, condivisione
L'indimenticabile gara delle schiacciate di Vince Carter all'All-Star Game 2000 raccontata da Daniele Minuti su L'Ultimo Uomo.
Sempre per L'Ultimo Uomo, Cesare Milanti è stato a Belgrado per raccontare cosa significa il derby tra Partizan e Stella Rossa: il reportage qui.
Sam Yip di HoopsHype ha intervistato Jake Rogal, tra i produttori della docuserie Court of Gold sul torneo olimpico di Parigi 2024: ecco cosa ha detto. (in inglese)
Il playground di Pigalle Duperré a Parigi, tra i più "instagrammati" in assoluto, ha cambiato ancora veste: Massimiliano Macaluso di Outpump ne ripercorre l'evoluzione.
Davide Barco ha illustrato Steph Curry per l'edizione speciale di SLAM dell'All-Star Game NBA: ammiralo qui.
Chi sono stati quest'anno coach e giocatori del Celebrity Game? Li descrive brevemente, uno per uno, Joseph Acosta di SB Nation. (in inglese)
Ayesha Curry, moglie di Steph, è un’attrice e un'imprenditrice nel food: qui l'intervista di Nylah Iqbal Muhammad di Andscape. (in inglese)
New Balance si sta espandendo in NBA: ecco come, secondo Aarod Dodson, di nuovo su Andscape. (in inglese)
E ancora su Andscape, Angel Reese parla della sua partnership con McDonald's con Arielle Chambers. (in inglese)
A'ja Wilson alla Fashion Week di Parigi: guarda la gallery su Vogue, a cura di Christian Allaire. (in inglese)
Tony Parker si mantiene ancora in forma. Come fa? Lo spiega a Marco Barzizza su Men's Health.
Come Jimmy Butler è diventato un businessman del caffè: così Simone Dagani su Sky Sport Insider. (solo abbonati)
Ne ho parlato ampiamente nello scorso numero di Galis, ma visto che il successo non si ferma, nel frattempo è arrivato il video ufficiale di Tweaker di Gelo alias LiAngelo Ball.
La Freccia, il magazine che trovi sui treni ad alta velocità, ha intervistato Amar Alibegovic di Trapani: puoi leggere l'articolo di Davide Garofalo a pagina 60 di questo sfogliabile.
La Giornata Tipo ha intervistato Juan Manuel Fernandez della Reyer Venezia, tornato in campo dopo oltre due anni in seguito a problemi di depressione: ecco la storia di "Lobito".
Francesca Cassani, giocatrice, graphic designer e street artist, promotrice del progetto NineInThePaint, ha realizzato una live painting a tema basket con Mapei alla fiera MyPlant & Garden a Milano: qui mostra il suo lavoro.
Qui ho recensito I pionieri, il secondo libro di Sergio Tavčar dopo L'uomo che raccontava il basket (lo trovi qui), in cui narra la storia di TV Koper-Capodistria e come ha segnato il giornalismo sportivo.
Il 18 marzo esce Volevo essere Robin, il libro di Giampaolo “Pippo” Ricci: preordinalo qui.
Per finire una sfilza di podcast da ascoltare/guardare:
Alessandro Mamoli di Sky Sport a Trash Talk con Tommy Marino e Massi Fella.
Quanto incide negli Stati Uniti il rapporto tra NBA, politica e sport sul tema dei diritti civili? Ne parlano Dario Ricci e Valentina Clemente nel podcast Tutti gli sport del presidente di Radio 24 e Sky TG24.
Gaia Accoto di Sky Sport ospite di Flavio Bizzarri a Sanremo per il Most Valuable Podcast.
Mirko Sirtori di 24Grind Podcast ha incontrato Lorenzo Sorteni, giovane team manager del Derthona Basket.
Roberto Gotta si racconta a Podflats, il podcast di Flats Service, intervistato da Matteo Gentili.
Un attimo, prima di andare
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Finito, ci vediamo il 31 marzo. Ciao!
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